Rispetto a qualche decina di anni fa, quando gli stili d’arredo erano pochi e ben definiti, ora le mode, le influenze e tutte le possibili variazioni sul tema permettono di creare un numero potenzialmente infinito di stili diversi! Per questo è diventato sempre più difficile identificare e denominare con precisione lo stile di un ambiente.
A ben guardare, però, ogni stile possiede alcune particolarità che lo definiscono, così come ogni termine richiama alcune caratteristiche precise.
Vediamo quindi di definire alcuni punti chiave che possano aiutare ad orientarci in questo mare magnum che è diventato ormai il mondo degli stili d’arredo.
Classico o moderno?
Iniziamo subito con il chiarire le differenze principali tra queste due categorie di stili.
Uno stile moderno è caratterizzato da forme squadrate e lineari, dall’utilizzo di colori forti a cui viene affidato un ruolo da protagonisti, sempre e comunque in abbinamento ad altri colori neutri che armonizzano l’insieme, e dall’utilizzo di tinte unite o al massimo di fantasie e texture tono su tono.


Uno stile classico, invece, prevede l’utilizzo di forme morbide e tondeggianti, di colori pastello o comunque di tinte tenui e meno incisive rispetto a quelle che si trovano negli stili moderni, di materiali come bronzo, ferro battuto e marmi, ma anche di fantasie dai toni classici, che possono variare a seconda del contesto specifico.
Il legno, in particolare come materiale di rivestimento per i pavimento, è utilizzato in entrambe le situazioni, ma con schemi di posa, geometrie e finiture diverse.
Ora passiamo a fare una carrellata degli stili d’arredo più riconoscibili!
Lo stile minimalista negli ultimi anni è diventato sempre più conosciuto, probabilmente anche per via della diffusione di alcuni libri best seller sul riordino. Nell’Interior Design, il minimalismo si esprime in ambienti molto chiari e luminosi, in cui i protagonisti sono il bianco, il grigio tenue, il nero (limitato a piccoli dettagli qua e là) e il legno, nelle sue tinte più chiare e naturali. Gli oggetti d’arredo e le decorazioni sono ridotti allo stretto indispensabile, per lasciare spazio (letteralmente) a superfici libere, da occupare piuttosto con piante da interno.

Lo stile industriale è molto utilizzato nei grandi ambienti aperti di vecchi edifici industriali o commerciali, recuperati e adattati ad appartamenti con la tipica struttura dei loft, e per questo è più frequente ritrovarlo nelle grandi città. Gli elementi caratterizzanti di questo stile sono i mattoni a vista, le superfici in cemento grezzo, o in tempi più recenti in resina, e le piastrelle in stile “metropolitana”, per lo più bianche; i materiali d’arredo più utilizzati sono sicuramente il ferro e il legno, nelle sue finiture meno lavorate.
Lo stile luxury (lusso) evoca atmosfere notturne e festive. Si caratterizza per i colori scuri e i materiali preziosi, quali pellame, velluto e oro. Un altro elemento tipico di questo stile è la lavorazione capittonè, un tipo di imbottitura risalente al 1800 che prevede di creare dei cuscinetti disposti in una maglia a quadrati o a rombi, con la stoffa trapuntata e fermata da bottoni o borchie.

Simile ma differente è invece lo stile glamour, che declina la lussuosità degli arredi in una versione più “femminile” dando ampio spazio ai colori rosa e azzurro, ai materiali oro e argento e alle superfici specchiate, presenti anche sui mobili stessi.

Lo stile country o rustico è tipico delle case di campagna, pertanto è profondamente influenzato dall’ambiente naturale circostante. Qui la fanno da padrone il legno, le ceramiche e gli utensili a vista, e le fantasie naturali, quindi assolutamente non astratte, spigolose o concettuali. In origine i colori di riferimento erano quelli della natura; il new country (ovvero la sua più recente rivisitazione) prevede invece di affidarsi ai colori neutri.
Esistono varie declinazioni di questo stile, che si distinguono per provenienza o piccoli dettagli.
Ad esempio, lo stile provenzale nasce nella campagna francese e rispetto al country è in generale uno stile più romantico e delicato, con un particolare occhio di riguardo verso il bianco e i colori dei campi di lavanda.
Lo stile shabby chic, invece, è simile a quello provenzale per la delicatezza di colori e materiali, ma si caratterizza per il fatto di essere utilizzato in contesti non di campagna.
Infine, parliamo dello stile bohemien, o boho chic, di cui gli amanti delle piante trovano innumerevoli esempi su Instagram! Questo perché grandi protagoniste di questo stile solo proprio le piante, presenti in quantità e nelle dimensioni più varie, accanto ad arredi in fibre vegetali o con maglie intrecciate, oggetti ricamati, fantasie floreali e tappeti folk.

Concludo l’articolo con una piccola puntualizzazione: questo excursus non ha certamente la pretesa di essere completo, ma semplicemente di presentare gli stili più diffusi e più facili da ricreare. Esistono comunque tanti altri stili d’arredo, più particolari (come gli stili eclettico, fusion, kitch, pop, ecc.) o semplicemente legati a contesti specifici (come nel caso dello stile marinaro o di montagna) che non sono stati trattati in questo articolo perché poco utilizzati nella realtà quotidiana delle nostre case. Per qualsiasi necessità in merito, sono qui per voi!